Ciao mister, in questo articolo vorrei parlare di un tema molto dibattuto da noi tecnici, le metodologie di allenamento. Da queste ultime proverò ad approfondire degli aspetti della periodizzazione tattica, tanto cara a Jose Mourinho.
Quando andiamo a strutturare un ciclo di allenamenti, a cosa facciamo riferimento?
Ebbene, ogni allenatore predilige delle metodologie differenti tra loro, alle volte anche opposte (come vedremo nei prossimi articoli).
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La periodizzazione tattica
Entrando nello specifico, oggi andremo ad analizzare la periodizzazione tattica (di cui Josè Mourinho è uno dei maggiori esponenti).
L’allenamento tradizionale (penso ai carichi di lavoro dell’allenatore boemo Zdenek Zeman, tecnico di Roma e Lazio) e l’allenamento integrato (con riferimento particolare alla metodologia utilizzata dall’allenatore del Manchester City Pep Guardiola), li andremo a trattare nei prossimi appuntamenti.
Uno dei metodi più diffusi negli ultimi 30 anni (con particolare sviluppo soprattutto nell’ultimo ventennio), è stato quello della cosiddetta “periodizzazione tattica”.
In cosa consiste questa metodologia?
La periodizzazione tattica è una metodologia di lavoro con cui il tecnico vuole raggiungere una determinata organizzazione tattica.
Come?
Attraverso l’allenamento di determinati principi e sotto principi al fine di produrre il modello di gioco della squadra a cui si ambisce.
Quindi, dal momento in cui l’allenatore sceglie un determinato modello, tutte le sedute (in tutte le fasi di allenamento), devono avere l’impronta di quel modello tattico che si vuole realizzare.
Questa metodologia è stata introdotta da Vitor Frade, il quale era un professore all’Università di Porto e successivamente collaboratore proprio di Mourinho.
Secondo quest’ultimo, ogni azione di gioco possiede 4 dimensioni:
- la dimensione tattica, ovvero quale scelta fare;
- quella tecnica, decidendo quale giocata eseguire;
- la dimensione fisica, poiché il corpo è ovviamente coinvolto nel processo;
- la psicologica, poiché l’emotività è un elemento imprescindibile.
Sedute di allenamento
Nelle sue sedute di allenamento, l’allenatore lusitano vuole sempre riprodurre delle situazioni di gioco in cui il calciatore deve mettere a frutto queste quattro dimensioni.
Lo fa ripetendo in maniera sistematica le azioni da eseguire in quel determinato contesto di gioco, in modo che la mente immagazzini ciò che si sta facendo e la esegua in maniera veloce e precisa anche durante la partita.
Impostare l’allenamento secondo dei principi tattici ben precisi significa non lasciare nulla al caso, sia nelle fasi di possesso palla, sia in quelle di non possesso, sia nelle fasi di transizioni.
È fondamentale che ogni allenatore decida quali siano i sotto principi da trasmettere alla propria squadra.
Ad esempio, se, come nel caso di Mourinho, si decide di impostare la squadra in maniera pressoché difensiva, si deve puntare molto sulle transizioni positive, lasciando il possesso palla alla squadra avversaria e cercando il recupero palla con immediata ricerca della profondità.
Quindi, tutte le sedute di allenamento saranno impostate su questi sotto principi specifici.
Passando dalla teoria alla pratica, nella periodizzazione tattica sono fondamentali gli spazi.
Infatti, gli allenatori che prediligono questa metodologia di gioco optano sempre per esercitazioni in campo ristretto, small sided games e giochi di posizione, il tutto ad alta intensità.
Per fare un esempio pratico, le sedute di Mourinho non durano più di un’ora e un quarto, ma in questo lasso di tempo l’intensità è altissima.
Questo per allenare tutte le 4 dimensioni descritte in precedenza (compreso, quindi, l’aspetto fisico).
Ovviamente tenendo in considerazione la tipologia di seduta da svolgere.
Se ad esempio, consideriamo una seduta di scarico post-partita, l’intensità sarà sicuramente minore.
Si andranno a privilegiare in questo caso delle esercitazioni con basso tasso fisico e cognitivo, in modo che i calciatori abbiano sufficienti tempi di recupero per poi tornare a lavorare ad alta intensità).
Small sided game: 4 vs 2, 3 vs 3 in fase di transizione
Andiamo ora proprio a vedere un classico esempio di una esercitazione pratica fedele a quelli che sono i principi della periodizzazione tattica.
Obiettivi:
- allenare i principi di gioco in fase di possesso (sostegno, appoggio, vertice);
- allenare le fasi di transizione (negativa e positiva).
Categorie consigliate:
- prima squadra;
- juniores;
- allievi;
- giovanissimi;
- esordienti.
Sviluppo dello small sided game
In questa esercitazione situazionale, vogliamo allenare le transizioni.
In un quadrato come in figura, abbiamo una fase iniziale dove i giocatori eseguono un 4 contro 2 (i tre blu più il jolly bianco), mentre i due rossi fungono da difensori.
I blu, insieme al jolly, eseguono un possesso palla, con il fine di allenare i principi di gioco quali:
– il sostegno;
– l’appoggio;
– il vertice.
I rossi hanno il compito di intercettare palla e di eseguire una veloce azione di transizione positiva.
Al momento del recupero palla, i rossi si avvalgono anche dell’aiuto del jolly bianco.
Si passa, così, da un 4 contro 2 ad un 3 contro 3.
I rossi devono finalizzare in una delle porticine poste ai lati del quadrato.
Ma devono farlo in quella del colore che il mister indica di volta in volta (nella figura abbiamo 4 cinesini di colore diverso: arancione, rosso, blu e giallo).
In questo modo, alleniamo, in maniera più specifica, anche il fattore cognitivo.
Conclusione
Ciao Mister, siamo giunti al termine di questo mio articolo per MisterCalcio.com.
Nei prossimi articoli ti parlerò di altre metodologie di allenamento con due interpreti eccellenti come Zeman e Guardiola.
Se ti è piaciuta la mia proposta ti ricordo che puoi trovarla all’interno del mio profilo mistercalcio.com
Ciao,
Christian Prudente.