Ciao Mister sono tornato con un nuovo articolo per Mistercalcio.com, per affrontare una tematica importante e molto delicata, la prevenzione degli infortuni.
Come al solito cercherò di fornirti spunti di riflessione e qualche linea guida da seguire per riuscire a muoverti al meglio.
Ogni allenatore, insieme con il suo staff, ha l’obiettivo primario di mettere i propri atleti nelle migliori condizioni per poter affrontare lo sforzo fisico della partita.
Appare quindi subito chiaro che in presenza di un infortunio, un elevato livello prestativo non può essere raggiunto.
Proprio per questo negli ultimi anni si sta prestando sempre maggiore attenzione anche ad allenare il calciatore in un’ottica di prevenzione.
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Perché nel calcio moderno abbiamo sempre una maggiore incidenza degli infortuni?
Una delle principali motivazioni va ricercata proprio nell’evoluzione dello sport.
Fino ad una trentina di anni fa erano prevalenti gli aspetti tecnico-tattici delle squadre, e si prestava molta più cura al saper governare l’attrezzo principale con cui si gioca, il pallone.
Oggi non è più così perché l’attrezzo di gioco del calciatore è il suo fisico e quindi è inevitabile un alto numero di infortuni.
Chi non è in forma e non ha una struttura fisica in grado di rispondere bene alle sollecitazioni è a più alto rischio.
Cosa intendiamo per infortunio nel calciatore?
Non andremo troppo nello specifico facendo distinzioni troppo accurate, quello che ci serve sapere è che siamo principalmente nell’ambito di lesioni che possono essere a carico di strutture muscolari, tendinee, ossee o cartilaginee.
Quando parliamo di lesione dobbiamo subito imparare a distinguerle in due modi:
- lesioni acute, che si realizzano in maniera brusca, a causa di un evento singolo, per l’intervento di una forza che supera di molto la resistenza della struttura. Ad esempio un trauma muscolare o legamentoso avvenuto in seguito ad un contrasto o ad un movimento durante una partita;
- lesioni croniche, che avvengono lentamente per la somma di forze lesive, ripetute nel tempo, che intervengono sulla struttura. Ad esempio una ripetizione per un certo periodo di tempo di un allenamento di forza con un sovraccarico sbagliato.
Da questa distinzione primaria sembrerebbe evidente come con il nostro intervento possiamo avere una forte incidenza sulla prevenzione degli infortuni cronici.
Infatti è più semplice in questi casi identificare le cause del trauma ed evitare che si ripetano.
Tuttavia anche un evento occasionale che porta ad un trauma nella maggior parte dei casi è legato ad un problema cronico che non si è ancora palesato.
Molto spesso quindi non centra niente la casualità o la sfortuna in una lesione acuta ma anche questa è dovuta a fattori che in quel preciso momento rendono l’atleta vulnerabile ad una sollecitazione che magari in altre condizioni o in altri soggetti non sarebbe lesiva.
I principali fattori scatenanti delle lesioni
Questi sono solitamente distinti in fattori estrinseci (esterni al soggetto) e fattori intrinseci (interni al soggetto).
Nel primo gruppo rientrano quindi il carico di allenamento, il terreno di allenamento e di partita, le condizioni ambientali in cui ci si allena, le attrezzature usate per l’allenamento (in particolare le scarpe).
Tra i fattori invece propri del soggetto mi sento di sottolineare:
- la genetica e i fattori antropometrici, non ci sono ancora studi precisi a riguardo ma sicuramente un soggetto può avere una predisposizione diversa agli infortuni rispetto ad un altro per via della resistenza intrinseca della sue strutture muscolo-scheletriche. Stessa cosa vale per i vari atteggiamenti propri di ogni persona (piede piatto o cavo, ginocchio valgo o varo, etc…);
- l’età, con la crescita si va verso una degenerazione, in particolare del tessuto muscolare, e quindi mentre in età più giovane si evidenziano reali infortuni acuti con l’avanzare degli anni si riscontrano più eventi cronici o comunque eventi acuti dovuti a fattori cronici.
- alimentazione e idratazione, sono aspetti fondamentali che se non curati possono causare infortuni o possono rallentarne di molto la guarigione;
- condizioni psico-fisiche e fatica, la preparazione fisica generale ed in particolare la presenza di squilibri muscolari (differenza di forza tra muscoli estensori e flessori della stessa gamba, oppure differenze di forza tra quadricipite destro e sinistro). Anche una condizione di stanchezza generale e fatica può facilitare un infortunio. In particolare nelle nostre realtà dilettantistiche dovremmo prestare attenzione anche all’attività lavorativa dei nostri atleti che potrebbe condizionarne lo stato fisico.
- precedenti lesioni, una riabilitazione non sufficiente o non adeguata può non solo rappresentare non solo un problema per il distretto dove è avvenuto l’infortunio ma anche una causa scatenante per un infortunio secondario.
A questo punto cari colleghi, dopo la breve analisi introduttiva sulle cause, passiamo alla parte più pratica, ovvero quella in cui siamo protagonisti noi stessi sul campo, ovvero come possiamo fare a prevenire gli infortuni.
Esercitazione preventiva alla forza
Esistono vari tipi e modi di allenamento per prevenire gli infortuni, andremo quindi a vederne qualcuno e ad analizzarlo.
La prima modalità che voglio proporvi è quella della prevenzione tramite l’allenamento della forza muscolare.
Andiamo a vedere di seguito un’esercitazione specifica.
Descrizione
Stazione A abbiamo un lavoro di stacchi con bilanciere, si lavora su 3 serie di lavoro ognuna da 8 ripetizioni ciascuna.
Nella stazione B si lavora con la fitball, si effettua un plank di 45’’ da ripetere su 4 serie.
Nella stazione C si effettuano squat con 2 manubri, 3 serie da 10 ripetizioni.
Dopo ogni serie in ogni stazione il recupero è dato dal lavoro del compagno che si trova sulla stessa sottostazione di lavoro.
Una volta finito il lavoro in una stazione ci si sposta in quella successiva.
Conclusione
Siamo giunti al termine di questa prima parte dell’articolo per MisterCalcio.com, che tratta la prevenzione agli infortuni.
Ci sarà una continuazione molto presto. Continua a seguirci mister!
Ciao,
Francesco Pacini.