La Francia campione del mondo, una vittoria che rappresenta un calcio in cui conta più di ogni altra cosa il talento individuale?
A livello tattico Deschamps ha ritenuto opportuno tenere il baricentro della sua squadra molto basso, attendendo le squadre avversarie.
Ha preferito lasciare agli altri il possesso palla, effettuando ripartenze in contropiede.
Atteggiamento a tratti quasi rinunciatario ma che ha portato alla vittoria del Mondiale.
A mente lucida, dopo qualche settimana dal termine della manifestazione regina tra quelle calcistiche, mi sono interrogato sui motivi che hanno sancito la vittoria dei blues.
Contenuto
Che squadra è stata la Francia campione del mondo?
Didier Deschamps per tradurre al meglio il talento di cui disponeva ha trovato una chiave piuttosto semplice.
Il tecnico dei blues ha preferito sollevare i suoi giocatori da compiti di costruzione della manovra dal basso.
Ha creato una squadra estremamente reattiva e corta tra i reparti.
Questo gli ha permesso di compattarsi nella propria metà campo ed evitare alla propria fase difensiva di prendersi più responsabilità nella costruzione.
Così facendo, la sua idea di calcio andava a trovare grandi spazi in contrattacco grazie anche al talento e alla velocità di Mbappè e Griezmann.
Molto spesso cercando di verticalizzare anche con lunghi lanci direttamente verso le due punte.
Funzionali alla strategia tattica adottata è stato l’ingresso tra i titolari, dopo la prima partita, di Matuidi e Giroud.
Il centrocampista juventino, schierato da esterno sinistro, in fase difensiva, stringendo verso il centro del campo, andava a comporre una linea di tre centrocampisti.
Questo ha consentito a Mbappé di rimanere più alto, senza avere molti compiti di copertura.
Giroud invece è stato molto ricercato nella fase di costruzione, con palle lunghe che andavano a scavalcare la linea mediana.
Questa è stata la più grande arma offensiva dei Blues.
Ecco nell’immagine in basso un esempio della palla a saltare la linea di centrocampo direttamente sulla punta francese.
Un’immagine simbolo dell’estrema semplicità del calcio francese.
Il dato che ha sorpreso più di tutto del mondiale è stato che la Francia ha avuto una percentuale bassissima sul possesso palla, inferiore al 50%.
Poche squadre del mondiale hanno avuto una percentuale inferiore.
In finale i transalpini hanno tenuto il possesso del pallone solamente per il 34% del tempo.
La scelta di Deschamps di giocarsi tutto sulla strategia che lo aveva condotto in finale, è stata piuttosto chiara e molto funzionale.
Analisi della finale mondiale
Nel primo tempo, il giro palla della Croazia bloccava quasi sempre le possibilità di ripartenza della squadra francese.
I croati, riuscivano a riconquistare facilmente il pallone e, nelle poche fasi di possesso concesse, attuavano un pressing abbastanza aggressivo sui tentativi sporadici dei due centrali francesi.
Molti infatti sono stati i passaggi sbagliati in fase di impostazione dai campioni del mondo.
Il pressing della squadra di Dalic, ha messo in luce tutti i limiti dei transalpini nel risalire il campo tramite una manovra palleggiata.
Modric e Rakitic si alzavano sulla stessa linea di Mandzukic e sporcavano irrimediabilmente la costruzione bassa della Francia.
Solamente le ingenuità croate hanno permesso alla squadra transalpina di andare negli spogliatoi all’intervallo in vantaggio di una rete.
Nell’occasione del primo goal, sulla punizione calciata da Griezmann, la posizione della linea di difesa a zona troppo schiacciata verso Subatic, ha creato i presupposti del vantaggio francese con l’autorete sfortunata di Manzukic.
Nel calcio di rigore concesso dall’arbitro Pitana con il supporto del VAR, invece, l’ingenuità è stata di Perisic che ha effettuato un intervento scomposto con le braccia larghe rispetto al corpo.
Lo spunto da sottolineare è come il calcio d’angolo fosse nato da un rilancio lungo di Lloris verso la corsa profonda di Mbappé, non perfettamente letto da Vida.
Questo a testimonianza dell’estrema essenzialità della scelta tattica offensiva della Francia.
C’è da aggiungere che la fase offensiva croata non ha prodotto sufficienti pericoli alla porta dell’estremo difensore francese.
Il copione tattico ha mantenuto l’andamento di tutta la competizione, come al solito, un gran numero di cross, ma pochi realmente giocabili.
Incapaci di disordinare con il gioco esclusivamente perimetrale la difesa dei Blues, i balcanici nel primo tempo calciavano in porta per cinque volte da calcio piazzato.
Questo ha evidenziato un’insolita debolezza nella difesa avversaria su situazioni da palla inattiva.
Si nota bene il gran lavoro di manovra dei tre centrocampisti della Croazia, supportati dai terzini e dai centrali, mentre negli ultimi metri con i giocatori offensivi sono invece stati sterili.
Perisic e Rebic, prevalentemente hanno ricevuto palla sull’esterno e non tra le linee dove potevano mettere in grossa difficoltà la difesa avversaria.
Quali sono state le chiavi del successo francese?
La Francia si è dimostrata la squadra più solida del mondiale, una squadra “quadrata“.
Ben messa in campo dal suo tecnico, in tutti i reparti compattezza, ordine e idee chiare sul da farsi.
Nel bilancio totale, Deschamps ha scelto di concentrarsi sui vantaggi derivanti da un atteggiamento prudente e da una difesa bassa.
Ma ciò gli ha garantito stabilità e tanti spazi da aggredire in contrattacco in velocità.
Così facendo ha completamente eliminato gli storici problemi nella costruzione “palleggiata” e sulle transizioni negative.
I limiti imposti dal tecnico francese, sono stati compensati dal grande talento offensivo.
Giocatori capaci, in spazi ampi, di generare pericoli per gli avversari con un gioco quasi esclusivamente verticale e dalla complessità estremamente ridotta.
A rendere possibile l’efficacia del calcio dei Blues è stato l’elevato rendimento della linea arretrata, in particolare della coppia Varane-Umtiti.
Sebbene maggiormente a proprio agio in un sistema in grado di farla difendere più distanti dalla propria porta, ha protetto ottimamente il cuore dell’area francese.
In avanti la velocità e imprevedibilità di Mbappè, hanno contribuito molto a far sì che l’dea di verticalizzazione del gioco (come nell’immagine), abbia funzionato in maniera strepitosa.
Grazie anche alle qualità tecniche individuali di alcuni giocatori della mediana e del reparto offensivo come Pogba e Griezmann.
Nella finale, l’estrema volontà di Deschamps di non abbandonare l’idea di gioco attuata fino a lì, si è scontrata, per tutto il primo tempo, con la capacità della Croazia di dominare tatticamente il match.
Con un possesso palla che iniziava dalla linea difensiva che inibiva ogni possibile ripartenza dei francesi.
La Francia ha prodotto davvero poco offensivamente nel primo tempo, senza mai avere tirato in porta su azione.
Non ha giocato bene l’atto conclusivo del suo mondiale, ma coerentemente con tutta la competizione ha vinto con autorità.
Il mister ex Juventus, si è affidato alle qualità e alle fiammate dei suoi giocatori offensivi.
Conclusioni
In linea generale ha vinto la squadra che, probabilmente, come riconosciuto da molti alla vigilia, possedeva la maggiore quantità di talento diffuso in ogni parte del campo.
L’organizzazione di gioco è stata interamente finalizzata a semplificare i compiti di ogni calciatore e a preparare la squadra nell’interpretare il più veloce possibile le ripartenze per sfruttare le capacità offensive dei migliori giocatori.
Se nel 2010 e nel 2014 a vincere la Coppa del Mondo erano, assieme ai grandi giocatori, gli stili di gioco netti e l’organizzazione tattica di Spagna e Germania, il 2018 ha detto altro.
È stato il trionfo delle capacità francesi di sfruttare al massimo il talento dei propri calciatori.
Un calcio capace nel ridare centralità anche progettuale alle caratteristiche dei calciatori in campo.
Al contempo estremamente moderno per la capacità di massimizzare i campioni a disposizione, sorpassando le contrapposizioni tattiche sempre più raffinate e per questo equilibrate.
Spero che questa breve esamina tattica sia piaciuta.
Mi auguro che possa servire a voi Mister, anche solo per creare spunti di condivisione.
Mi farebbe molto piacere!
Vi saluto,
Carlo.